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 Fondo Previndai, importante per i dirigenti
 Per analizzare l’impor- tanza del Fondo Previndai per i diri-
genti partirei dai colleghi più giovani.
Non tutti sono consapevoli
che la contribuzione Inps è soggetta a un massimale (pari a 119.650,00 euro per il 2023; e a importi progres- sivamente inferiori per gli anni pre- cedenti). Per i dipendenti che perce- piscono una retribuzione annua superiore, la contribuzione Inps si calcola comunque entro i limiti del massimale.
Tuttavia, la legge prevede che il massimale sia applicabile solo a co- loro i quali non hanno una anzianità contributiva antecedente all’1 gen- naio 1996.
Questo significa che il rapporto di sostituzione fra stipendio e pen- sione, comunque penalizzato dai meccanismi intriseci al sistema con- tributivo, non è in grado di garantire lo stesso tenore di vita di quando il dirigente lavorava.
Ecco che subentra l’assoluta ne- cessità di costruire, nel tempo, un’ef- ficace pensione complementare, in grado di coprire, almeno in parte, lo scompenso che si verrà a creare in quello che abbiamo definito rapporto di sostituzione.
Il Fondo che si occupa della pen- sione complementare dei dirigenti è il Previndai.
Iniziamo con l’analizzare la situa- zione nel Gruppo Fs Italiane, così come si è determinata dopo gli ac- cordi di Assidifer-Federmanager.
Da contratto collettivo di lavoro la contribuzione al Previndai è parite- tica tra azienda e dirigente: 4%, con un limite contributivo di 180mila euro.
In seguito a un accordo con As- sidifer-Federmanager, la situazione attuale, per i dirigenti del Gruppo Fs Italiane, è la seguente: 9% a carico azienda e 1% a carico dirigente. Oc- corre precisare che 7% e 1%, sono calcolati sulla Ral, mentre il 2% è versato a titolo di contribuzione vo- lontaria, e segue la disciplina speci-
fica delle contribuzioni volontarie. Ne consegue l’indiscutibile con- venienza dell’adesione a Previndai, il Fondo di previdenza a capitalizza- zione per i dirigenti di aziende indu- striali, costituito il 4 ottobre 1990, in seguito a un accordo fra Fndai, ora
Federmanager, e Confindustria.
È, quindi, un Fondo preesistente (prima del 1993), che provvede al- l’erogazione di trattamenti pensioni- stici complementari, regolato dal d.lgs. 252/2005 e vigilato dalla Com- missione di vigilanza sui fondi pen-
sione, Covip.
Previndai opera in regime di con-
tribuzione definita a capitalizzazione individuale: l’entità della prestazione pensionistica è determinata in fun- zione della contribuzione versata e dei rendimenti della gestione, te- nendo conto che i rendimenti pas- sati, non garantiscono quelli futuri.
L’adesione al Fondo porta come conseguenza il versamento al Fondo stesso del Tfr maturando. È inoltre possibile aprire una posizione per i familiari fiscalmente a carico.
È importante essere consapevoli che il denaro è investito da Previndai in tre diversi comparti, per offrire agli iscritti differenti opzioni, a seconda dell’età e della propensione al rischio degli iscritti.
Il primo comparto – Assicurativo 2024 – contiene, storicamente, il maggior numero di iscritti. È un com- parto garantito, adatto a chi ha un orizzonte temporale medio-breve (fino a dieci anni). La gestione pre- serva il capitale e genera rendimenti positivi e stabili nel corso del tempo, nonché comparabili con quelli del Tfr (articolo 2120 del Codice civile). Dall’1 gennaio 2026 ai soggetti che mantengono al posizione accanto- nata – dopo l’anno dal compimento dell’età anagrafica per la pensione
di vecchiaia, senza avere un rap- porto di lavoro attivo che dia luogo a contribuzione a Previndai - è ri- conosciuta la sola garanzia dello 0% su base annua.
Il secondo – Bilanciato – è adatto a chi ha un orizzonte tempo- rale medio lungo, dieci/quindici anni. La gestione è volta a ottenere, nel- l’arco di almeno dieci anni, un ren- dimento reale – netto inflazione – sti- mato intorno al 3% annuo. Risponde alle esigenze di chi è disponibile ad accettare un’esposizione al rischio moderata: il capitale non è garantito e più della metà è investito in obbli- gazioni e il resto in azioni.
Il terzo comparto – Sviluppo – è adatto a chi ha un orizzonte tempo- rale lungo, quindici anni. La gestione è volta a ottenere, in oltre quindici anni, un rendimento reale positivo – sempre netto inflazione – stimato in- torno al 4% annuo. La gestione ri- sponde alle esigenze di chi cerca rendimenti più elevati nel lungo pe- riodo ed è disposto ad accettare una maggiore esposizione al rischio. Non garantisce il capitale e investe più del 60% in azioni e il resto in obbli- gazioni.
Le prestazioni ottenute al mo- mento del pensionamento sono la rendita ed eventualmente il capitale, fino a un massimo del 50%. Gli iscritti ad aprile 1993 possono ottenere tutto il capitale, con una considere- vole penalizzazione fiscale. Sono, inoltre, possibili anticipazioni, fino al 75% per malattia, in ogni momento; del 75% per acquisto/ristrutturazione della prima casa, dopo otto anni di permanenza nel Fondo; del 30%per altre cause sempre dopo otto anni di permanenza nel Fondo. Riscatto parziale o totale in determinate con- dizioni, quali inoccupazione, invali- dità, decesso.
È possibile ottenere anche la Rendita integrativa temporanea an- ticipata (Rita), per determinate con- dizioni anagrafiche e occupazionali.
Paolo Parrilla







































































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