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La lettura
Bentornato Stato, ma
Nel breve saggio Bentornato Sta- to, ma (Il Mulino,
2022) Giuliano Amato – con l’autorevolezza che gli deriva dall’essere stato fra i protagonisti dei fatti rac- contati e presi a spunto – riflette sulla relazione fra Stato ed economia nella storia recente del Paese.
Il periodo preso in esa- me va dai primi anni 90, quando a seguito della tra- sformazione degli Enti di Stato (comprese le Ferro- vie dello Stato) in Società per Azioni, operata dal Go- verno Amato, si avviarono le cosiddette “privatizza- zioni”, sino ai nostri giorni, quando eventi epocali co- me la pandemia (ma non solo) hanno richiesto un nuovo significativo inter- vento dello Stato nell’eco- nomia.
La riflessione di Giulia-
no Amato rifugge l’impo- stazione ideologica che
spesso accompagna il di-
battito sul tema, preferen-
do una lettura storicistica delle con- dizioni che hanno determinato l’al- ternarsi del ritiro e del ritorno della Stato quale attore direttamente agente nell’economia nazionale.
Le privatizzazioni degli anni ’90 – secondo l’autore – furono la ri- sposta necessaria alle inefficienze create al sistema economico dal- l’esacerbarsi, sino al parossismo, negli anni precedenti, delle disfun- zioni che possono accompagnarsi alla presenza dello Stato nell’eco- nomia di un Paese (prevalenza di interessi partitici, concussioni e cor- ruzioni, clientelismo, eccetera); Giu- liano Amato attribuisce quella scelta di politica economica a cause en- dogene alla situazione italiana, a differenza di quanti l’hanno invece collocata in un più ampio disegno di matrice neoliberista che ha inte-
ressato le democrazie occidentali alla fine del secolo scorso.
Più di recente le necessità legate al contrasto delle diseguaglianze prodotte dalla globalizzazione, alla sicurezza nazionale, alle emergenze sanitarie e sociali prodotte dalla pan- demia e dal cambiamento climatico, hanno richiesto una nuova, più per- vasiva presenza dello Stato nel- l’economia.
Certo il tempo non è trascorso inutilmente ed oggi l’intervento dello Stato si attua con strumenti diversi dalla mera proprietà di grandi azien- de o di holding pubbliche, come la golden share per la difesa delle aziende strategiche, l’helicopter mo- ney per il sostegno delle economie stagnanti, il sostegno agli investi- menti mirati con payback a medio e lungo periodo; inoltre, l’ordina-
mento si è dato strumenti le- gislativi e amministrativi per il contrasto delle deviazioni, ma i rischi di pervasività dannosa dello Stato in economia sono pur sempre presenti.
L’approccio pragmatico scelto dall’autore per la trat- tazione del tema conduce quindi ad una disamina delle condizioni che possono ren- dere auspicabile il ritorno dello Stato nelle economie nazionali ma (il “ma” del titolo) anche delle condizioni perché ciò non comporti indebite “inva-
sioni di campo” o peggio eteroge- nesi dei fini.
Questa attenzione a non ricadere negli errori del passato deve essere tanto più viva quanto più in prospet- tiva futura appaiono emergere diffi- coltà su scala mondiale che difficil- mente potranno essere affrontate dal mercato senza l’intervento degli Stati nazionali.
In definitiva un testo utile ad ac- quisire consapevolezza su un tema centrale della vita democratica, spesso affrontato con eccessiva par- tigianeria, ma anche utile a cono- scere una autorevole versione su quanto avvenuto in Italia nell’ultimo trentennio in materia di politica eco- nomica, ancora oggetto di disparate letture.
Giovanni Gualario