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             La lettura
Un libro non solo per chi vuole “diventare preda”
frustrazione), ci si deve rendere “at- trattivi” al momento giusto.
Il libro però è utile anche per chi non ha l’esigenza (se inoccupato) o l’ambizione di “diventare preda”. Gli interventi degli head hunter intervi- stati, infatti, danno indicazioni anche su altri versanti:
– lo stile manageriale, fatto di scelte
con cuore possibilmente caldo (vi- sti i tempi) ma con una testa che deve restare fredda: guai a diven- tare cinici, ma una capacità ana- litica di tipo prospettico deve re- stare;
– i settori oggi in espansione, dall’Ict (meglio: alcuni ambiti dell’Ict) alle professioni connesse con l’am- biente, ma anche altri per i quali rinviamo al libro;
– l’idea di strategia che oggi un’im- presa deve darsi, posto che la lunga crisi ha ridefinito quasi tutti i paradigmi manageriali.
E infine, ma non per importanza, il libro insegna perché “trovare la- voro è un lavoro vero e proprio”: si può sbagliare con la troppa pre- senza (invio cv a pioggia, commenti inflazionati sui social ecc.), ma an- che con una errata strategia quando si presenta l’occasione: le opportu- nità vanno affrontate con metodo, e i dettagli oggi fanno la differenza.
Federico Mioni
Direttore di Federmanager Academy
  Il libro “Diventa preda” è il risul- tato di alcuni incontri organiz- zati nei mesi scorsi con alcuni
head hunters dai giovani dirigenti di Federmanager Roma, con la regia di Renato Fontana, ora Coordina- tore nazionale. Si tratta di un libro che dà voce a quello che è il sogno di tanti manager in questi tempi non facili: il fatto di essere un manager talmente preparato da essere non solo “difendibile” (dalle crisi aziendali e dunque dai licenziamenti) ma “contendibile”, nel senso di diventare oggetto di una sorta di disputa fra più aziende che lo inseguono.
Questi manager ci sono, e sono più numerosi ora che, come sottoli- nea spesso Stefano Cuzzilla, il mer- cato delle figure manageriali ha ri- preso a crescere, per quanto in misura non travolgente: la compe- tenza paga, ma possiamo dire che non basta, se non si riesce a valo- rizzare il contributo distintivo che in una situazione (sfidante o critica che
sia) si può portare. Que- sto libro è prezioso per- ché insegna a creare una dinamica che, come nelle teorie di marketing
viene sottolineato, passa da un messaggio “push” a uno di tipo “pull”: come oggi si consiglia di non eccedere nella “spinta”
su un prodotto reclamiz- zato in modo massivo e pressante, ma di ren- derlo intrigante con messaggi anche di na-
tura collaterale, così un manager non deve ec- cedere nel presenziali- smo e nel dire “sono un ottimo manager”, ma
deve fare contatti se- lettivi e dare semplice- mente l’idea di avere una soluzione per un contesto critico o di
mancata potenziale crescita che un’azienda sta vivendo. In altri termini, più che muoversi in tutte le direzioni (che spesso crea
 













































































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