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             In attesa di una sentenza
in futuro, ulteriori provvedimenti che penalizzino ancora i già tanto tar- tassati pensionati.
Tutto questo avrebbe un valore se fosse già successo negli anni passati nel caso in cui, a fronte di un chiaro monito della Corte a non ripetere determinati comportamenti vessatori nei confronti dei pensio- nati, avesse corrisposto un attento e rispettoso comportamento del Go- verno verso le indicazioni ricevute.
Invece, niente di tutto questo.
Ricordo che, in casi analoghi, la Sentenza n. 316/2010 aveva con chiarezza ammonito che la fre- quente reiterazione di misure intese a paralizzare il sistema perequativo “lo esporrebbero ad evidenti tensioni con gli invalicabili principi di ragio- nevolezza e proporzionalità” e, a fronte dei successivi ripetuti richiami, purtroppo ancora una volta andati a vuoto, il disappunto della Corte si manifestò tutto nella dura espres- sione che si legge nella Sentenza n. 70/2015 “non è stato dunque ascoltato il monito indirizzato al le- gislatore con Sentenza n. 316/2010”.
La perentorietà, come si può ve- dere, è in questo caso molto più di un richiamo o di un ammonimento!
Ma tant’è. Come abbiamo potuto constatare, le disposizioni applica- tive della Sentenza non hanno cor- risposto, da parte dell’Esecutivo, a quelle pronunce.
E allora, mi chiedo, vale la pena di attendere con fiducia una sen-
Il prossimo 24 ottobre – scrivo questo articolo lunedì 16 otto- bre e quindi poco più di una
settimana prima di quella data – la Corte Costituzionale dovrebbe emettere la propria sentenza sulla sospensione della perequazione re- lativa agli anni 2012-2013. Tutto il mondo dei pensionati, colpito negli anni dai ripetuti provvedimenti sot- trattivi del Governo, attende con an- sia di conoscere se la sentenza sarà questa volta a loro favorevole o piut- tosto se essa darà ragione, o al- meno giustificherà, l’iniziativa go- vernativa.
Ci sono speranze che, almeno parzialmente, il pronunciamento che attendiamo possa essere positivo.
Lo scorso mercoledì 11 ottobre ho partecipato alla riunione del Co- mitato nazionale di coordinamento dei Gruppi Pensionati di Federma- nager alla quale, oltre al sottoscritto e agli altri cinque membri di diritto, hanno partecipato, vista l’importanza degli argomenti trattati, il Vice Pre- sidente e il Direttore Generale di Fe- dermanager e il Presidente CIDA, Giorgio Ambrogioni.
Proprio quest’ultimo, a fronte delle forti preoccupazioni manife- state dai componenti del Comitato nazionale, ha espresso invece un cauto ottimismo, sostenendo che,
da sensazioni che si percepiscono nei santuari della politica che conta, la Corte potrebbe decidere per una sostanziale ragione dei pensionati ricorrenti, pur non ammettendoli, vi- sta la difficile situazione del Paese, al diritto del rimborso di quanto da loro economicamente perduto, op- pure invitando il Governo a corri- spondere soltanto un rimborso sim- bolico.
Questa soluzione, secondo il pensiero del Presidente CIDA, po- trebbe essere considerato un fatto positivo, intanto perché non darebbe torto ai ricorrenti, poi perché rappre- senterebbe comunque un monito al Governo affinché eviti di adottare, in futuro, ulteriori pesanti provvedi- menti sottrattivi nei riguardi della ca- tegoria dei pensionati.
Comprendo bene che una deci- sione siffatta, eventualmente presa dalla Corte Costituzionale, dovrebbe essere considerata, come dice il Presidente CIDA, almeno una mezza vittoria. Infatti, al ricorso dei pensionati contro i provvedimenti del Governo, la Corte accoglie le loro ragioni e, pur riconoscendo il difficile momento economico che non permette di procedere ad un in- dennizzo totale del danno, nel di- spositivo della sentenza ammonisce l’Esecutivo, ad evitare di adottare,
 

















































































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