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 Salviamo il ceto medio, petizione al Governo promossa da CIDA su change.org Classe media continuamente sotto attacco tra ruolo di equilibrio e progressivo logoramento
Cronologia. Il 6 ottobre 2023: Siamo tutti lavora- tori, convegno dei pensio-
nati organizzato da CIDA e da AL- DAI-Federmanager a Milano. Il 7 novembre 2023, a Roma, nella sede del Cnel presentazione (Itinerari pre- videnziali/CIDA) del Rapporto sulla Regionalizzazione del Bilancio Pre- videnziale italiano; il 10 novembre 2023 audizione CIDA al Senato in quanto Organizzazione che rappre- senta un’importante porzione del ceto medio e medio-alto; il 15 no- vembre 2023 Assemblea annuale di Federmanager a Roma.
Tutti eventi che hanno accompa- gnato la preparazione della peti- zione indirizzata al Governo Sal- viamo il ceto medio, che dal 20 novembre 2023 è promossa su change.org.
Obiettivo della petizione: difen- dere il ceto medio dai ripetuti inter- venti iniqui che da anni colpiscono ingiustamente coloro che rappre- sentano il motore dell’economia e una fascia importante delle attività produttive del Paese.
Scopo delle diverse iniziative in- traprese: chiamare la politica alle sue responsabilità nei confronti della classe media – una componente so- ciale che da sempre svolge un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio economico del Paese – e contribuire alla costruzione di una comunità ba- sata su sviluppo ed equità.
La linea dei commenti sviluppa- tasi nelle occasioni sopra elencate ha evidenziato le difficoltà sempre più stringenti con cui la classe media è costretta a fare i conti.
Ci è parso utile richiamare, in breve, le origini della questione e il seguito che essa ha avuto nel tempo, nella convinzione che si possano ripensare anche le politi- che che hanno generato storture e iniquità, e far emergere così indica- zioni ed energie capaci di porvi ri- medio.
La Politica
Scritti, conferenze, dibattiti, e, sullo sfondo, dati non proprio rassi- curanti. La questione ha una cen- tralità che è tutta politica. Non nuova. Anzi, è antichissima, fino a risalire ad Aristotele (384-322 a.C.).
Nell’opera La Politica (τα` Πολι- τικα´) troviamo, infatti, una prima si- stematizzazione della classe media, (o, anche, ceto medio). Per il filosofo dell’antica Grecia è la classe dei medi proprietari terrieri e, in maniera più estensiva, la componente so- ciale che non è né troppo ricca né troppo povera. Premesso che, nel- l’opera, il termine politica si riferisce al concetto più ampio di polis, nel si- gnificato di città-stato o comunità politica, Aristotele delinea la collo- cazione sociale e la funzione della classe media: una funzione chiave nel mantenere l’equilibrio tra gli estremi della ricchezza da una parte e della povertà dall’altra. La situa- zione si complica, dice il filosofo, e diventa carica di rischi “a causa della frequente esiguità numerica del ceto medio”. Perché “qualunque dei due [schieramenti, n.d.r.] ha la ventura di dominare gli avversari, non sta- bilisce una costituzione comune e basata sull’uguaglianza, ma si prende come premio della vittoria
una superiorità politica”. Come quelli
che avevano esercitato l’egemonia
sull’Ellade (evidente allusione agli
ateniesi e agli spartani), e che guar-
davano entrambi ai rispettivi modelli
 di costituzioni “badando non all’utile 1
degli stati, ma solo al proprio” [...] . Di qui l’esigenza di Costituzioni in grado di neutralizzare il conflitto fra le diverse componenti sociali. Idea che si è fatta strada nel tempo, attraverso i pensatori del Rinasci-
mento e dell’Illuminismo.
E, in effetti, ha preso corpo a par-
tire dal XVIII secolo in poi (America, Francia), nelle Costituzioni dove tro- viamo, con differenti modalità di ap- plicazione, il principio organizzativo della gestione del potere, diviso, sotto costante vigilanza di pesi e contrappesi.
Nella descrizione del filosofo si legge la composizione tripartita della società del suo tempo: “In tutti gli Stati esistono tre classi di cittadini i molto ricchi, i molto poveri, e, in terzo luogo, quanti stanno in mezzo a questi”. Quella che oggi diciamo classe media. Precisiamo: la tipolo- gia di classe media, come le altre considerazioni di Aristotele, vanno contestualizzate al suo tempo. Va aggiunto che il modello di Costitu- zione di cui egli parla non è stato












































































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